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Una proposta di verbale di conciliazione per un ricorso su una sanzione disciplinare...

 12/06/2019
 Relazioni sindacali, contenzioso
 
Contenzioso e responsabilità: procedimento irrogazione sanzioni disciplinari

#sanzione #ricorrente #conciliazione #riabilitazione #procedimento #udienza #derubricare #avvertimento #transigere #contestare
Domanda
Richiesta parere in merito a tentativo di conciliazione in contenzioso davanti al giudice del lavoro. Chiedo un parere in merito alla conciliazione di un contenzioso riferito a due procedimenti disciplinari, conclusi entrambi con la sanzione della xxxx. La prima sanzione è stata comminata nel xxx 2017 pertanto, stando all’art. 7 ultimo comma della Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori) “non può tenersi conto ad alcun effetto delle sanzioni disciplinari, decorsi due anni dalla loro applicazione. La seconda sanzione risale a fine xxx 2017 e produce quindi ancora ad oggi ai suoi effetti. I due provvedimenti sanzionatori sono stati impugnate davanti al Giudice del Lavoro il quale, in tre udienze successive, ha proposta di addivenire ad una conciliazione. Premetto che entrambi i ricorsi sono viziati per difetto di legittimazione passiva, avendo il ricorrente chiamato in causa quale unico soggetto l’istituto scolastico che dirigo, atteso che il datore di lavoro (nei confronti del quale va proposto il ricorso giurisdizionale di impugnazione della sanzione disciplinare) non è il singolo Istituto scolastico, ma, esclusivamente, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nei confronti del quale la causa non è promossa. In ogni modo, nonostante questa preliminare eccezione, fin dalla prima udienza, su proposta di conciliazione del giudice avevo formulato la seguente soluzione: riassorbimento del secondo procedimento nel primo con un’unica sanzione derubricata all’avvertimento scritto. Il tutto con rinuncia della controparte a richieste risarcitorie e con compensazione di spese. Fino ad oggi non è stato possibile però addivenire ad un accordo perché inizialmente l’unica condizione posta dalla ricorrente era la cancellazione di entrambi i provvedimenti disciplinari: richiesta inaccoglibile. Successivamente alla seconda udienza, e decorsi ormai due anni dalla comminazione della prima sanzione, il ricorrente propone di conciliare previa revoca, in autotutela, della seconda sanzione disciplinare (ancora vigente) mantenendo invece immodificata la prima in modo da poter poi chiedere la riabilitazione. Ai sensi della normativa vigente (L. 107/2015) è infatti possibile per il dipendente chiedere al Comitato di Valutazione dei Docenti la riabilitazione. Come previsto dall’articolo 501 del decreto legislativo n. 297/94, l’istituto della riabilitazione consente al dipendente, trascorsi due anni dalla data dell’atto con cui è inflitta la sanzione disciplinare, di chiedere al comitato per la valutazione del servizio, qualora abbia mantenuto condotta meritevole, che siano resi nulli gli effetti della sanzione, esclusa ogni efficacia retroattiva. Dall’elenco delle sanzioni per cui è possibile chiedere la riabilitazione è però escluso l’avvertimento scritto.
La scrivente ripropone invece di transigere:
1. con atto di riassorbimento del secondo procedimento disciplinare nel primo e riunificazione delle sanzioni in un’unica sanzione derubricata dalla censura all’avvertimento scritto,
oppure
2. Con atto di transazione definito in un verbale dove si richiamano tutti i fatti contestati nei due procedimenti disciplinari, si revocano contestualmente entrambi i procedimenti e le relative sanzioni e si riuniscono in un unico procedimento disciplinare con irrogazione di un’unica sanzione.
In merito alle due proposte chiedo un parere nel merito e nel metodo.
Grazie
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