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Suggerimenti sul recupero delle ore di lezione non svolte da alunni e docenti a causa della riduzione dell’unità oraria...

 20/11/2023
 Autonomia didattica, organizzativa e di ricerca
 
Organizzazione/inizio/termine attività: orario settimanale

Domanda
Spettabile Italiascuola,
sono la neo dirigente di una scuola superiore di primo grado, in cui negli anni precedenti c'è stata la riduzione oraria dell'unità di lezione da 60 a 55 minuti, in nome dell'autonomia didattica e organizzativa, ai sensi del DPR 275/99.
Lo scorso anno in collegio, prima del mio arrivo, è stato deciso di riportare alcune ore a 60 minuti (la prima, la seconda e la quinta).
Pertanto, ad oggi, ho sezioni a tempo normale in cui gli alunni entrano alle 7.55 ed escono alle 13.45 (facendo dunque 10 minuti in meno di lezione ogni giorno e 50 minuti in meno a settimana) e sezioni a tempo prolungato in cui gli alunni entrano sempre alle 7.55 ma escono alle 16.35 (facendo 70 minuti in meno a settimana).
Risulta dunque evidente la necessità per gli studenti e per i docenti di recuperare: è infatti obbligatorio sia garantire agli studenti la fruizione dell’intero monte ore curricolare, sia svolgere l’intero orario di cattedra da parte del personale docente.
Non sembra lecito il recupero mediante supplenze su classi diverse dalla propria, né il corso di recupero o lo sportello che coinvolge solo alcuni studenti; non so se possano essere inserite nel computo le ore delle gite scolastiche dell'intera giornata.
Nel corrente anno scolastico, per provvedere al recupero nel rispetto degli obblighi di legge, sono già emerse varie criticità sia per i docenti sia per le famiglie.
I docenti devono impiegare molte energie per progettare percorsi efficaci e validi didatticamente a livello di singolo consiglio di classe e rendicontare a fine anno singolarmente per dimostrare di aver prestato tutto il servizio dovuto.
Le famiglie potrebbero eventualmente lamentare disparità di trattamento e difformità tra le iniziative dei singoli consigli di classe, poiché alcuni di questi prevedono di recuperare la circa trenta ore mancanti con attività al sabato mattina (in cui la scuola è normalmente chiusa) e altri invece prevedono il recupero pomeridiano settimanale (in cui però ci sono già molte attività extracurricolari a pagamento a cui molti hanno aderito). L'obbligo di presenza potrebbe essere visto, più che come un'opportunità per la piena fruizione del diritto allo studio, come un adempimento obbligatorio, mal sopportato, per cui doversi anche giustificare in caso di assenza.
Nell'imminenza del prossimo collegio, la soluzione più opportuna per il prossimo anno scolastico, ai fini del recupero delle ore mancanti mi sembrava quella di aprire l'attività didattica con una settimana di anticipo rispetto alle altre scuole (anziché riportare tutte le ore a 60 minuti, ipotesi che avrebbe portato le classi a tempo pieno ad uscire molto più tardi).
Tuttavia le mie collaboratrici obiettano, conti alla mano, che stiamo già rispettando il monte ore di 990 ore complessive annuali, previste dal DPR 89/2009, art. 5, poiché contando tutti i giorni di scuola previsti dal calendario e moltiplicando per le ore prestate gli alunni hanno già a disposizione 1047 ore, per cui hanno anche di più rispetto alla disposizione normativa delle 990 ore.
Si porrebbe dunque solo la necessità del recupero da parte dei docenti dell'orario di servizio non prestato, che altrimenti configurerebbe il danno erariale.
Hanno ragione loro? Come mi debbo regolare in collegio? Insistere per incrementare l'orario di lezione o accettare che tutto rimanga com'è ora?
Fiduciosa in una risposta, ringrazio anticipatamente.
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